1 – Esenzione dall’obbligo di acquisto dei Certificati Verdi.
I Certificati Verdi sono titoli annuali emessi dal GSE (il Gestore dei servizi energetici) che attestano che una determinata quantità di energia è stata prodotta a partire da fonti rinnovabili.
La legge obbliga i produttori/importatori a derivare parte della loro produzione proprio dalle fonti rinnovabili o, in alternativa, ad acquistarne in pari quantità da altri produttori sotto forma di certificati verdi. In considerazione della sua portata ecologica, i legislatori hanno esonerato i titolari di impianti di cogenerazione dall’acquisto dei certificati verdi
2 – Defiscalizzazione del combustibile utilizzato.
Viene applicata l’accisa ridotta per produzione di energia elettrica alla totalità del combustibile utilizzato per alimentare il gruppo.
3 – Scambio sul posto (per gli impianti di potenza fino a 200kW).
Tradizionalmente, il valore dell’energia venduta alla rete è di circa 0,08 €/kWh, mentre quella prelevata costa circa 0,15 €/kWh.
È evidente che il singolo produttore si trova in una posizione di svantaggio rispetto al gestore della rete pubblica, perché, nel caso in cui necessiti di ulteriore energia rispetto a quella autoprodotta, egli dovrà sborsare più di quanto avrà guadagnato con la vendita della stessa.
Lo scambio sul posto aggira questo ostacolo consentendo di calcolare la differenza tra energia venduta e energia acquistata con un unico conguaglio a fine anno: in questo modo, sarà più facile, per il produttore di energia, riuscire a valorizzare la vendita della propria produzione rispetto a quanto accadrebbe se il calcolo fosse fatto su base oraria, come avviene tradizionalmente.
Infatti, con lo scambio sul posto la rete viene usata come un ipotetico “serbatoio” in cui immettere la corrente prodotta in eccesso allo scopo di riutilizzarla in un successivo momento secondo le necessità, senza che sia obbligatorio acquistarla immediatamente.
Sarà il conguaglio di fine anno a stabilire quali siano gli effettivi crediti maturati nel rapporto di compravendita tra impianto di cogenerazione e rete.
4 – Conseguimento di “CERTIFICATI BIANCHI” o “TEE”, cioè “Titoli di Efficienza Energetica”.
Il contrario dei certificati verdi, che rappresentano una data quantità di energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile, il certificato bianco sta ad indicare quante tonnellate di petrolio (TEP) sono state risparmiate grazie a determinati interventi tesi a rendere più efficiente il processo di produzione di energia.
Lo Stato italiano obbliga i produttori di energia a conseguire un certo numero di certificati bianchi o, in alternativa, ad acquistarli.
Agli impianti di cogenerazione ad alto rendimento viene riconosciuta l’assegnazione di certificati bianchi.
Gli impianti di cogenerazione che utilizzano fonti rinnovabili (quali biogas, olio vegetale, syngas, ecc.) godono, inoltre, di un vantaggio ulteriore: come determinato dal DM 23 giugno 2016, gli impianti alimentati da fonti rinnovabili possono usufruire di meccanismi di incentivazione dedicati per valorizzare l’energia prodotta.
Sono maggiormente premiati gli impianti di piccola taglia (< 100, 200 e 300 kWe) che utilizzino prodotti di scarto.
È inoltre premiato l’utilizzo di tecnologie innovative come la CAR, il recupero dell’azoto e l’utilizzo di sistemi di abbattimento degli inquinanti particolarmente performanti.
E’ attualmente in studio la bozza del decreto che incentiverà la produzione di energia da fonti rinnovabili negli anni a venire.